In questo periodo mi trovo a riflettere sul tema del Problem Solving.
In realtà… sul “come funziona”, ovvero quali sono le strategie applicate e da applicare… e già qui noto che ci sono opinioni e approcci diversi.
Vedere infatti il problema dalla parte del come funziona/non funziona ci permette di analizzarne le possibili soluzioni.
Teniamo presente che, solamente nei problemi di veloce risoluzione, analizzare il perchè per eliminarlo porta a concludere il processo (se si indendia un fornello, la prima cosa è chiudere il gas, non misurare l’altezza delle fiamme).
Progettando un intervento formativo mi imbatto in diverse metodologie, ma la cosa necessaria per iniziare a risolvere un problema, è innanzitutto quella di delineare o meglio definire, la figura del “Buon” Problem Solver.
Necessariamente un soggetto deve ESSERE:
- MOTIVATO deve aver voglia di risolvere il problema (può sembrare banale ma NON lo è);
- FOCALIZZATO deve prestare attenzione al presente anziché al passato, sottolineando l’importanza strategica del Qui ed Ora;
- ORIENTATO deve essere capace di rompere il circuito vizioso tra le tentate soluzioni e la persistenza del problema;
- OSSERVATORE deve vedere “come funziona” il problema, indicando sì il “perché” si è formato ma soprattutto il come intervenire;
- RICERCATORE deve cercare soluzioni, anche nuove, anziché cause, è il modo per portare a termine ciò che ci si è prefissati.
Solamente dopo aver delineato il nostro Buon Problem Solver e le sue competenze chiave, si potrà strutturare il percorso per il possibile cambiamento.
Queste le prime riflessioni sulla figura del Buon Problem Solver, nel prossimo articolo invece approfondiremoil concetto di Problema.
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Davide Carpanese