Nella formazione si è visto che nulla è più efficace dell’esperienza diretta per apprendere qualcosa.
Pensiamo alle cene al buio che mettono nelle condizioni di sperimentare una forma di cecità per qualche ora, all’esperienza che hanno fatto alcuni uomini di vivere per giorni con un peso voluminoso legato al ventre per capire (in parte) la fatica fisica della gravidanza o infine alle esperienze nei boschi a livello formativo per vivere attività survival! Altra modalità è data dalla tecnologia digitale, che fa esperire direttamente alle persone varie forme di diversità e di contesti attraverso l’uso della Realtà Virtuale.
Senza neanche bisogno di tecnologia, eccoci ad una grande lezione individuale e sociale: stiamo sperimentando la pandemia, la perdita di quasi tutto ciò che davamo per scontato fino a poche settimane fa.
Ci hanno imposto di non muoverci da casa, per il nostro bene e di tutta la comunità, ci hanno limitato la libertà nella possibilità individuale di decidere. Abbiamo dovuto limitare il contatto umano con gli altri. Abbiamo perso la certezza che la tutela della salute ci venga sempre garantita. Inoltre abbiamo perso il diritto più imperdibile di tutti, quello di stare accanto a chi amiamo mentre soffre o muore.
Persa la libertà, persi molti diritti, persa la possibilità di programmare noi stessi la nostra vita, conserviamo intatta la speranza che tutto questo abbia un termine.
“Quando torneremo alla normalità” ci diciamo… Che cosa faremo il primo giorno? Come usciremo nelle strade, come ricominceremo a muoverci, toccarci, progettare? Sarà come svegliarsi da un lungo incubo?
E se invece si trattasse della più grande e difficile opportunità di apprendimento che abbiamo mai avuto come specie umana?
Questa forse è stata solo una prova generale. Avrebbe potuto essere qualcosa di diverso: avrebbe potuto essere, in altre forme, una condanna ben più inesorabile, a tempo indeterminato.
Potrebbe esserlo in futuro. Dobbiamo dunque vivere nella paura?
Noi esseri umani abbiamo un’arma molto potente contro i virus. Una cosa che loro non hanno: l’intelligenza.
Un’intelligenza non solo teorica: un’intelligenza che si esprime concretamente ne la ricerca scientifica, l’igiene, il progresso sociale e la protezione ambientale. La salvezza è alla nostra portata: alla portata della nostra intelligenza collettiva.
Non torneremo mai alla normalità, non dobbiamo tornare alla normalità!
Vi ricordate poco tempo fa quando tutti parlavamo di traffico, code, vita frenetica, orari lavorativi sballati, poco contatto con le persone care, bilanciamento orari vita/lavoro sballati?
Ecco! Forse la normalità come la vivevamo, non era semplicemente normale!
Dobbiamo andare avanti e cambiare quasi tutto delle nostre società, perché altrimenti questa esperienza, la più formativa che il mondo moderno abbia mai avuto l’opportunità di vivere, sarà servita a ferirci molto, senza però insegnarci niente.
Parlandone con una cara collega che mi è molto vicina in questi giorni, possiamo dedurre che è necessario riconvertire i vari servizi e digitalizzarli per ottenere il vero cambiamento!